Collection Of Contemporary Graphics
Biografia di Giovanni Bonanno
1954 -Nasce a Sciacca (AG), nella valle dei templi tra Selinunte e Agrigento.
Giovanni Bonanno / Siciliano di nascita, di formazione comasca, da sempre interessato al Naturalismo Integrale, l’artista ha operato insistentemente ai confini delle soglie disciplinari, in una sorta di fertile e felice contaminazione poetica incentrata sul dato progettuale e utopistico avviato precedentemente a Como da artisti di grande interesse come Antonio Sant’Elia, Francesco Somaini e Ico Parisi. Inizia nel 1976 a definire le sue ricerche a carattere ambientale. Dal 1976 al 1978 lavora sull’espansione di materia attiva, con disegni, progetti, sculture e ambienti. Dal 1979 al 1982 serie di lavori sui percorsi mentali, sulle tracce e sui reperti della memoria. Nel 1980 lavora in direzione del “naturalismo integrale”. Dal 1983 al 1987 serie di lavori sulle nature alterate e sui contaminanti. Dal 1988 nuova serie di lavori sulla condizione in oggettiva. Con l’ultima serie di opere “Occupatio H.X.”, l’artista tenta di definire un modello di rappresentazione più espressivo che fa leva sull’’immediatezza provocatoria, dandoci esseri profondamente mutati, nati da certi stereotipi di questa società. Docente Ordinario di Storia dell’Arte, ha vissuto dal 1977 al 2002 in provincia di Como, attualmente vive e opera a Salerno.
Alberto Sandron
(Da “Mail Art Service”, n. 65, febbraio 2009
ARTIFICIALITA' E RICERCA DELL'IDENTITA' NELLE OPERE DI GIOVANNI BONANNO
Ad un primo e veloce approccio, le immagini di Giovanni Bonanno possono presentarsi come delle rappresentazioni sconvolgenti e spaesanti, tessute su un fraseggio ironico e surreale, dato come un trasgressivo ludus originante un marcato ed acre senso di sbigottimento, anche perchè i volti e le fisionomie anonime e stereotipate, desunti dai circuiti massmediali della pubblicità commerciale, invasi ed occupati da una scia brulicante di piccole formiche, sono in realtà del tutto stravolti, in modo ossessivo e lancinante, nelle loro fattezze e nella loro identità. Il rilevamento ironico da parte dell'artista ed il suo sondare siffatte planimetrie, dove l'artificialità dei volti viene a stridere con la naturalità dei piccoli animaletti, si pongono in direzione di una ricognizione volta alla scoperta di una verità "rimossa", di una evocazione a livello oggettivo di una identità forse ancora possibile. Il processo della visualizzazione e della rappresentazione si offre a valenza fortemente metaforica con uno spessore poetico notevole, in quanto l'intervento dell'artista sulle fotografie digitalizzate, nel sondare le raffigurazioni rassicuranti della pubblicità commerciale, le scopre come effetti di coercitive manipolazioni dell'umano e come alterazioni imposte all'identità dell'uomo. Sono i risultati di una riduzione operata da una omologazione sequenziale e feroce che li ha resi come dei vuoti involucri e come delle forme inautentiche. L'artista, così, sottoponendo ad una incisiva analisi e problematizzazione volti e fisionomie oleografici e anonimi della pubblicità commerciale, ne scardina l'apparente e fredda loro bellezza imposta su schemi precostituiti con un'invasione di qualcosa di inaspettato e di dirompente per romperne la loro serialità e clonabilità secondo un modello monopolizzato sempre identico. L'irruzione del naturale, a valenza fortemente metaforica, nel contesto di forme artificiali e ideologicamente imposte, nelle opere, si configura come possibilità di accesso all' "imprevisto" e al "non pianificato" contro un potere tecnologico onnivoro e disumano, che con l'avvenuto avvento del "villaggio globale" ha reso di fatto gli esseri umani massificati e dalle perdute identità. Bonanno ha il pregio, per via intuitiva ed artistica, di puntare lo sguardo sul massimo problema che riguarda l'uomo di oggi: la ricerca della sua vera identità e anche delle sue possibili potenzialità poetiche, come essere umano che interroghi incessantemente la sua interiorità nei riguardi delle tematiche metafisiche più assillanti e promozioni la sua vera umanità, nell'accertata "totale rimozione della storicità", per dirla con il Vattimo. Dunque, un'arte, quella di Giovanni Bonanno, che accende e promoziona di continuo la speranza di aprire un varco, magari uno spiraglio, che ci faccia accedere alla luce di un definitivo riscatto della nostra umanità nei confronti dei disegni di alterazione e di morte che hanno consentito agli orribili tecnocrati di sostituire il mondo della realtà con un mondo apparente di glaciali forme narcisistiche dell'assenza, svuotate per sempre di anima e di un benchè esile barlume di spiritualità.