“Nell’atto creativo Luciano Pera pare porsi in una dimensione spazio-temporale che lo colloca al centro di una entità cosmogonica dalla quale capta memorie indefinite, presenze antropomorfe e stratificazioni storiche che rappresentano la cifra di un impulso creativo istintivo e visionario. L’artista rielabora incanti e significati trasportando in pittura, grafica e scultura riferimenti strutturali di natura biologica, antropologica, arcaica e primitiva. Suggestioni e informazioni percepite e carpite alle culture del passato si sviluppano ora in elementi fortemente dinamici dove il dato simbolico è volutamente portato sulla scena della rappresentazione quale fattore determinante per la comprensione dell’opera. Il coinvolgimento che ne deriva è radicale e sostanziale. L’originario significato votivo del reperto primitivo subisce, nell’opera di Pera, una trasmutazione di evocazioni, raggiungendo nella solennità del messaggio, riferimenti ironici e grotteschi che sdrammatizzano la sacralità dell’idolo che ha ispirato l’artista come in Venus rouge, Le Grand Penitent, La Gardienne des étoiles, Crocodonna, Femme masque, dove i simboli sacri femminili divengono elementi decorativi.” Enrica Frediani
LUCIANO PERA / Biografia
1925
Amerigo Luciano Pera nasce il 7 gennaio a Badia di Cantignano, piccolo borgo della campagna lucchese, da Pietro e Dina Baccelli, entrambi toscani.
1937-1945
Comincia giovanissimo a disegnare, modellare e dipingere ispirandosi a ogni aspetto della natura. Viene affascinato dalla meccanica e dai motori seguendo il lavoro del padre, uno dei primi progettisti e costruttori di automobili in Italia. Nell'officina-atelier di Badia di Cantignano inizia a sperimentare vari materiali con una curiosità vivace che caratterizzerà tutta la sua vita. A Lucca studia al Ginnasio e al Liceo Classico Machiavelli. Trascorre gli anni della guerra fra Lucca e Badia di Cantignano, spesso costretto a nascondersi sui Monti Pisani per sfuggire alle retate effettuate dalle truppe tedesche. Più di una volta si salva fortunosamente, come quando, catturato dalla Gestapo, viene rilasciato perché il comandante era rimasto colpito dai suoi dipinti. Tornato a Lucca, si diploma nel 1945 al Liceo Scientifico Vallisneri, e frequenta gli studi dei pittori Armando Micheli e Mario Nardi. Visita i musei toscani e studia i pittori del Rinascimento, lavorando a una reinterpretazione delle loro opere.
1945-1955
In questi anni si forma l'incredibile visione del mondo di Pera, uomo estremamente poliedrico, curioso, attento a tutti i risvolti del sapere e della conoscenza umana. Si iscrive e frequenta la facoltà di Medicina all'Università di Pisa, dove si interessa in particolare al corso di Biologia tenuto da Leo Pardi, e segue parallelamente le lezioni di Storia dell'Arte di Matteo Marangoni. A Firenze frequenta i corsi dell'Accademia di Belle Arti e lo studio di Ottone Rosai, a Lucca è presente al Caffè Di Simo, dove si riunisce il Gruppo Serra. Nel 1947 parte per Parigi, dove ha incontri con i maggiori rappresentanti della cultura artistica e letteraria dell'epoca: Bernard Buffet, Lucien Fontanarosa, Max Ernst, Picasso, Jean Cocteau, Max Jacob, Marc Chagall, Ardengo Soffici, Filippo De Pisis, Gino Severini e Massimo Campigli. Conosce Roland Barthes, frequenta il Musée de l'Homme e segue le lezioni di André Levy Strauss, appassionandosi sempre più profondamente alla storia dell'uomo. Nel 1948 partecipa ad una collettiva alla Galerie de l'Odeon. In Italia continua i suoi studi di Medicina all'ateneo di Genova dove, successivamente frequenta la Facoltà di Biologia. Questi studi saranno essenziali nella formazione della sua poetica visiva. A Parigi frequenta, alla Sorbona, la facoltà di Scienze Umane. Conosce e frequenta la Provenza, luogo a cui resterà legato tutta la vita, trovandovi profonde affinità con la sua terra natale e continui stimoli artistici e intellettuali. A Vence ritrova Marc Chagall e incontra Henry Matisse. Amplia la sua ricerca artistica sperimentando oltre alla pittura anche la scultura, l'incisione, la ceramica, il graffito, il decoupage e il frottage, iniziando un suo personalissimo percorso legato all'essenza primitiva dei segni. A Lucca, il suo studio in Piazza San Romano diventa luogo di incontri di artisti, letterati e critici d'arte, e nel contempo realizza opere in ceramica nel laboratorio O.C.A.L. in Piazzetta San Pellegrino. Nel 1952 partecipa al Premio di Pittura Bagni di Lucca con le opere I tulipani e Yvette, e viene premiato da Carlo Carrà, che ritroverà a Forte dei Marmi al Quarto Platano, assieme ad Ardengo Soffici, Roberto Longhi, Enrico Pea e all'amico Leo Lorenzetti. Dal 1953 al 1955 aiuta il padre gravemente ammalato nella gestione dell'azienda di famiglia, una scuola per conducenti di veicoli a motore, che alla morte del padre gestirà personalmente e, su invito della Shell italiana, terrà anche corsi di guida fuoristrada. Pur lavorando intensamente nella scuola, Pera continua la sua ricerca artistica. In questo periodo nascono le serie pittoriche delle Compositions en gris e delle Veneri. Nel 1955 espone alla Galleria Numero di Fiamma Vigo a Firenze.
1955-1970
Questi anni sono caratterizzati da continui spostamenti fra l'Italia, la Francia e la Spagna. A Biot e a Vallauris, nel Sud della Francia, frequenta i laboratori di ceramica dove lavorano anche Picasso, Roger Capron, Modoura e Wilfredo Lam. A Saint Paul e a Vence incontra e frequenta Alberto Magnelli, Marc Chagall, George Braque, Jacques Prevert, Manfredo Borsi, André Verdet, Enzo Cini, Riccardo Schweizer e Raymond Dauphin. Continua le sue ricerche in campo antropologico, indagando paleolitico ed eneolitico con scavi e rilievi: in Francia, nell'Ariège assieme a Romain Robert e nella Région des Merveilles con Nino Lamboglia. In Spagna, indirizzato da Don Louis Garcia, a Vizcaya. In Italia analizza i graffiti rupestri della Val Camonica, al Circeo conduce ricerche sull'uomo di Neanderthal nella proprietà di Carlo Alberto Blanc e a Potenza lavora con Francesco Ranaldi al Tuppo dei Sassi. A Malta è impegnato in campagne di scavo assieme a Paolo Graziosi e Paolo Bernabò Brea. La collaborazione con Graziosi prosegue a Firenze, presso l'Istituto di Antropologia e Paleontologia di via S. Egidio, dove approfondisce gli studi di anatomia comparata. Nel 1962 è a Venezia dove partecipa alla cerimonia per il conferimento della cittadinanza onoraria a Peggy Guggenheim e dove conosce Emilio Vedova e Giuseppe Marchiori. Nel 1964 sposa Rosy Beruti, biologa e naturalista, che sarà la sua fedele compagna di vita e dividerà con lui la passione per la natura e lo studio delle radici dell'uomo, seguendolo nella sua ricerca sempre più approfondita sul mistero della creazione e sull'essenza dell'esistere. Nello stesso anno è a Saint Paul de Vence per partecipare all'inaugurazione, tenuta da Andrè Malraux, della Fondazione Marguerite et Aimé Maeght, fondazione che continuerà a frequentare assiduamente. E' presente ad Avignone per incontri culturali in occasione della grande mostra di Picasso al Palazzo dei Papi. Dal 1966 al 1968 è nuovamente a Parigi dove stringe amicizia con Léon Pales e André Leroi-Gourhan. Frequenta il Musée de L'Homme, conosce Hans Hartung alla Galerie La Hune e nell'atelier di Fernand Morisot incontra Mirò che ritroverà più tardi a Saint Paul de Vence. A Nizza conosce Lunia Czechowska, amica e modella di Modigliani, della quale diverrà un caro amico. In Italia, alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia, dove conosce Giulio Carlo Argan, segue i corsi di Alta Cultura Internazionale. Diventa membro dell'Istituto Internazionale di Studi Liguri e della Societé Préhistorique dell'Ariège. Prosegue la sua ricerca artistica esponendo in Italia e in Francia. Nasce la serie delle Metamorfosi, opere pittoriche cariche di richiami surreali e inconsci e di segni misterici. Quando Pera crea è come posseduto da mondi arcaici, da culture lontanissime che convergono nelle sue opere, astratto e fuori dal tempo come quando esplora una grotta alla ricerca dei segni dell'uomo.
1970-1980
In questo decennio Pera si dedica in modo costante alla scultura, a Pietrasanta lavora in laboratori di marmo e fonderie, in particolare nello studio di Sem Ghelardini e nella Fonderia Mariani. Utilizza gli antichi torchi della stamperia Malbacco di Aldo Galleni, evocando sulla carta forme surreali e misteriose, frutto della sua vitalissima immaginazione nutrita da conoscenze profonde, immensa curiosità e continui scambi culturali con artisti e intellettuali dell'epoca. Soggiorna spesso a Roma, dove frequenta l'ambiente culturale e artistico che gravita attorno a Leonida Sinisgalli, Cesare Zavattini, Luigi Ferrarino, Alfonso Gatto, Andrè Masson, Ignazio Silone e Carlo Levi. Lavora nel Salento dove ritrova i vecchi amici di Parigi, Arno Mandello, Hélenè Asbehe-Cristofanetti e Normann e Patience Mommens. Crea per Rosy una serie di gioielli-scultura simbolici, con richiami ad antiche civiltà e ad animali fantastici: sono creazioni propiziatorie, magiche, potentemente evocative. Approfondisce la ricerca grafica sperimentando la litografia nella stamperia Angeli di Lucca e nella stamperia Il Gabbiano di Pisa. Crea graffiti su pietra di Baviera e, a Villefranche-sur-Mer, incisioni al carborundum lavorando assieme a Henri Goetz. Diventa membro dell'Accademia Tiberina di Roma. Nei primi anni '70 partecipa a numerose personali e collettive in Italia e nel mondo. Espone al Centro Europeo di Bruxelles, alla Contemporary Art Gallery di New York e alla Chapelle Cocteau a Villefranche-sur-Mer, dove conosce e stringe amicizia con Akira Nakamura, artista eclettico con il quale avrà un intenso scambio culturale e di creazioni pittoriche. Tiene altre esposizioni alla Galleria Numero di Fiamma Vigo a Roma, all'Escorial di Monte Carlo, alla Galleria Il Riccio 1 di Venezia (dove presenta la cartella litografica Appel de la lumière sur la surdité des humains, con introduzione di Carlo Munari), a Marina di Carrara, Pisa, Cortina, Forte dei Marmi, Bologna, Saint Paul de Vence, Biot, Vallauris e Nizza, dove nella Galerie di Michele Sapone conosce, tra i molti artisti, Paul Mansouroff, Anton Clavè e George Mathieu. Soggiorna frequentemente a Bologna, dove trova un clima culturale e lavorativo estremamente stimolante. Espone al Circolo Artistico, dove conosce Max Bill, Leo Castelli Giuseppe Raimondi, Claudio Cerritelli, Gillo Dorfles, Giorgio Morandi e stringe amicizia con Giorgio Celli, Bartolomeo De Gioia e Franco Solmi. Alla Galleria Trimarchi ritrova l'amico Antonio Corpora. Nel 1975, durante una sua mostra al Centro Culturale per l'Informazione Visiva a Roma, ha un simpatico incontro con Giorgio De Chirico. L'anno seguente espone a Biot alla Galerie Si-de-Biot, a Nizza alla Galerie Matarasso, e a Venezia alla Galleria Numero di Fiamma Vigo. A Venezia conosce Egidio Costantini e con lui progetta lavori in vetro per la Fucina degli Angeli. Nello stesso anno, invitato da Franco Passoni, esegue alcuni murales a Capo Vaticano in Calabria, e su invito di Franco Solmi, partecipa a Bologna alla X Mostra degli Illustratori con la cartella litografica Ode all'Atomo, omaggio a Pablo Neruda. Per un breve periodo si avvicina al gruppo Fluxus. Dal 1975 al 1979 lavora spesso ad Albissola nei laboratori di ceramica, dove frequenta gli amici Gianni Frassati, Milena Milani, Agenore Fabbri, Wilfredo Lam e Tullio di Albissola e su invito della gallerista Coniglio, espone alla Galleria Pozzo Garitta di Albissola e alla Galleria Homo Sapiens a Savona. Nello stesso periodo stringe amicizia con Guglielmo Achille Cavellini, Rosalda Gilardi e Giò Pomodoro.
1980-1990
In questi anni vive tra la Versilia, Lucca e la Provenza. Intensifica i contatti con il mondo culturale francese, frequentando Paul Bury, Ben Vautier, Leo Ferré, André Verdet, André Villers, caro amico e suo fotografo personale, Adrien Maeght, Henry Baviera, Jacques e Madeleine Matarasso, Pierre Restany, César, Arman, Sacha Sosno, Jean Louis Prat, Fréderic Altmann, Raymond Hains, Jacques Lepage, Guillaume Cornelis Van Beverloo "Corneille" e Hans Hartung, e con alcuni di loro mantiene un fitto legame epistolare. E' presente nelle Gallerie Sapone, Matarasso e Ferrero. A Cannes frequenta assiduamente il negozio di Jean e Hughette Ramié, appassionati di etnologia e antropologia, e la Galerie dell'Hotel Carlton. Nel 1980 tiene un'importante personale al Museo Municipale di St. Paul de Vence. Nel 1982 partecipa a Nizza al primo Congresso Internazionale di Paleontologia Umana dove incontra il professor Copins. Nel 1984 è presente alla XIX Mostra Internazionale di Scultura all'Aperto alla Fondazione Pagani di Legnano Castellanza, e stringe amicizia con Enzo Pagani. Continua a scolpire, creando opere monumentali in marmo, tufo, travertino e bronzo, dalla forte carica simbolica e arcaica. In pittura continua la serie delle Metamorfosi e dei Meccanismi Biologici e inizia la serie delle Cattedrali. Crea inoltre libri d'artista e illustrazioni d'arte, proseguendo una ricerca grafica in cui forme primitive danzano con segni scaturiti dall'inconscio. Nel 1990 è invitato dall'Associazione Culturale Fontane di Frabosa Soprana a esporre sculture assieme all'amico Guido Bruno nella mostra Musica e Arte nelle grotte di Bossea.
1990-2000
Continua a lavorare in Francia e in Toscana. Lascia il suo atelier di Rue St. Joseph nella vecchia Nizza e ne apre uno a Cremat, sulle colline di Nizza, dove lavora e incontra amici vecchi e nuovi. Sempre a Nizza presenta le sue Sculptures portables alla Galerie Contempor'Art di Isabelle Gilioli. A Pietrasanta realizza le sculture della serie I Voli e Il Millennio, e presenta con successo i suoi gioielli-scultura allo Studio d'Arte La Subbia di Mariella Poli. Proseguono le esposizioni in Italia e Francia con mostre personali e di gruppo alla Galerie Maurel a La Colle-sur-Loup, alla Galerie Matarasso a Nizza, dove stringe amicizia con Michel Butor, alla Galerie Les Cyclades di Antibes, al Centro Luigi Russo di Pietrasanta (con la personale Eves et Reves), alla Villa Henraux a Seravezza e al Palazzo Ducale di Lucca. Con l'amico Giorgio Celli, con cui divide una grande passione per i gatti e per l'etnologia, realizza il libro d'artista "Le sette virtù celestiali dell'arcobaleno". Crea diverse serie pittoriche dai titoli fortemente evocativi: Danza delle pietre, Aggregazioni-Disgregazioni cosmiche e Giochi del vento.
2000-2013
Esplora con sempre rinnovato entusiasmo il mondo esteriore e il suo mondo interiore, trovandovi stimoli nuovi per creare sculture, grafiche e disegni, con forza ancora giovanile, curioso di tutto quello che lo circonda, sempre con una matita fra le mani per fermare un appunto, un'idea, un'impressione. Nel 2001 esce il film di Marco Agostinelli "Pera, l'ultimo archeologo", che ripercorre una vita di studi e ricerche intorno alla storia dell'uomo. Ricerca forme più rigorose nelle due serie di sculture Modificazioni e Vibrazioni Elettroniche, in marmo nero del Belgio e bianco di Carrara, mentre ritorna alle sue tematiche più amate in Orme del tempo. In questi anni continua a esporre: nel 2001 tiene una personale al Palazzo del Rondò a Tuoro sul Trasimeno, l'anno successivo è alla Galerie Mots et Merveilles di Tourrette-Sur-Loup, al Chiostro di Sant'Agostino a Pietrasanta e alla Versiliana a Marina di Pietrasanta. Nel 2003 è a Padova, invitato da Giorgio Segato a partecipare alla mostra Interpretazioni dantesche, e nello stesso anno espone a Bologna al Circolo degli Artisti, dove ritrova Gillo Dorfles. Nel 2004 è di nuovo a Pietrasanta, al Circolo Culturale Luigi Russo e a Forte dei Marmi con una personale alla Galleria Vesidia. Riprende gli studi comparativi in campo artistico-antropologico, indagando le personalità di Leonardo, Charles Darwin e André Levy Strauss. Nel 2007 esce il volume "Le orme del Tempo, Metarealtà di Luciano Pera", edito a Pisa da ETS, che ripercorre la sua lunga carriera. Nel 2011 il Museo Ugo Guidi di Forte dei Marmi gli dedica una personale, e nello stesso anno è invitato a una mostra di gruppo dalla Open One Art Gallery di Pietrasanta. Nel 2013 , su invito del Dott. Marco Paoli, tiene la mostra personale Incisioni e Sculture nei saloni monumentali della Biblioteca Statale di Lucca. All'inaugurazione viene presentato il libro d'artista inedito Le 7 virtù celestiali dell'arcobaleno, in omaggio all'amico Giorgio Celli coautore. In questi anni lavora intensamente al riordino e alla catalogazione delle sue collezioni e della sua opera artistica, dividendosi fra la Versilia e Lucca, dove vive in una casa-museo, ricca di libri, oggetti storici e preistorici, sculture, pitture, disegni, ricordi, e soprattutto piena di amore per la vita e l'arte.
http://www.collezionebongianiartmuseum.it/
https://www.sandrobongianivrspace.it
Il Copyright © relativo ai testi e alle immagini appartiene ai relativi autori per informazioni scrivete a bongianimuseum@gmail.com