Retrospettiva di Giulia Napoleone
“Viaggi e costellazioni alla ricerca dell’infinito”
Opere 1956-2020
Presentazione di Sandro Bongiani
“SOLO LA MEMORIA RESISTE ALLA VITA”
(Poesia Visuale di Sandro Bongiani
dedicata a Giulia Napoleone e a Leonardo Sinisgalli)
(20 febbraio 2021)
[…Si scorre tutto il cielo per trovare una stella.]
ci vuole un’intera stagione
per raccogliere lacerti di senso
da consegnare alla vita
e solo una lunga notte insonne
per trovare l'essenza maestosa dell'oscuro infinito.
Un travaglio lento e cupo
tormentato di attese, oblio e transitori silenzi
in cui il niente è tutto
e il tutto può divenire anche niente.
E’ come stendere ad un filo di ferro
vecchi cenci di carta abbandonati
che all'improvviso si accendono di luce e traiettorie fugaci
di viaggi e di memorie inquiete
in cui il ricordo è solo una fragile linea geometrica
che ora si staglia misteriosa all'orizzonte.
La vita è come un paesaggio,
tutto si riduce a un segno e a un abbaglio di luce
che convive nell’ombra oscura di una traccia precaria
per divenire provvisorio universo.
Due occhi solitari non bastano
solo la memoria transitoria e ingrata
resiste all’ora incerta del temporaneo esistere.
"SOLO LA MEMORIA RESISTE ALLA VITA"
La retrospettiva prende spunto dal titolo: “Viaggi e costellazioni alla ricerca dell’infinito”. Per Giulia Napoleone Il viaggio “non è soltanto spostamento da un luogo per arrivare ad un altro, ai viaggi fisici anche frequenti di Giulia Napoleone corrispondono altrettanti viaggi mentali di luoghi inesplorati, tra spazi, segni e costellazioni dell’assoluto e dell’indefinito. Una lunga e assidua ricerca a indagare i segni dell’esistere, del pensiero, che diviene spazio, tempo e profondità in cui la luce entra nella sua ombra per aprirsi all’infinito e divenire paesaggio interiore.
53 opere, tra dipinti, disegni, incisioni, datati 1956-2020 per delineare gli sviluppi dei paesaggi emozionali, dei paesaggi “di puntini”, come li definisce lei stessa, di quella ricerca che domina la scena intellettuale e artistica degli anni Sessanta in poi in cui opera l’artista con la sua specifica lettura del reale mediata dalla poesia.
Amica di Carlo Levi, Ennio Flaiano Vanni Schewiller, Leonardo Sinisgalli, Giulia Napoleone confessa che “La poesia è come un paesaggio, tutta la comprensione delle cose avviene attraverso la poesia, a tutto corrisponde un verso”, e poi, “La mia lettura è una lettura lenta e tormentata, un processo di assimilazione difficoltoso”. Insomma, un dialogo continuo e costante tra poesia e ricerca grafica-pittorica, a caratterizzare la qualità del suo lavoro, dalle prime riflessioni sul tema del segno degli anni Sessanta, fino alla sperimentazione del colore sublime, soprattutto il blu, (“colore versatile”) che lei considera “del pensiero” ma anche del’infinito, il più misterioso e metafisico dei colori. La forza dirompente e inquieta di questo colore connota, da sempre, il lavoro di oltre un settantennio di lavoro di questa importante e storica artista contemporanea.
L’opera “Senza titolo” del 1956 è un inchiostro di china su carta di cm 13,6x13,7 che cronologicamente apre questa retrospettiva di Giulia a Salerno. La ricerca lirica di Giulia Napoleone viene approfondita soprattutto dalla seconda metà degli anni Settanta in poi, in cui l’assenza di materia fa riaffiorare la luce e l’emozione. Una ricerca personalissima che trae suggerimenti da Klee, Morandi, Fontana e Tancredi. Agli infiniti intrecci che pervadono gli attraversamenti immateriali, corrisponde un nucleo proprio di confluenza che è il disegno, da sempre abilitato a una rilettura specifica dell’altra faccia del visibile, di un paesaggio del tutto mentale costruito tra equilibrio e geometria che – come suggerisce Leonardo Sinisgalli – è una chimica interiore.
E’ proprio Leonardo Sinisgalli nella breve ode “Firmamento” della vigna vecchia del 1956 scriveva: “Si scorre tutto il cielo per trovare una stella”. La poesia, infondo, ha il cuore antico capace di destare attimi di suggestione e riflessione. Orizzonti infiniti, universi e costellazioni dell’anima che vivono nel silenzio della pagina alludendo a un’altrove trascorrente e oscuro. Le opere di Giulia sono astri nascosti sospesi all’orizzonte del firmamento, capaci di rendere insolita e inquieta la geometria, di ordinare il caos dell’universo inesplorato e gli angoli più oscuri d’immensità per poi renderli visibili. Un’ artista raffinata e intensa nel suo cammino lirico d’astrazione che ha saputo dialogare intensamente con la realtà e con la poesia, cercando di spingersi in un altrove praticabile, aggiungendo e rendendo palpabile la percezione dei bagliori di un infinito e delle presenze oscure dell’assoluto.
Un dialogo incessante con il blu maestoso dei pensieri che lacerano il tempo per divenire respiro e poi vento fugace che trabocca di luce e si addensa all’orizzonte, un soffio misterioso di leggerezza, un indefinito procedere verso un equilibrio precario che inonda la natura per tramutarsi in aria sottile. Un viaggio insostanziale e al contempo metafisico, con una realtà in equilibrio e un percorso intimo nel mondo interiore che resiste e accompagna in profondità il cammino permettendo ai pensieri di prendere forma, con quella linea ininterrotta dell’orizzonte e del mare che guarda l’infinito, nasconde e desta vecchi ricordi che emergono all’improvviso per divenire evocazione di luce e sperimentazione, appunti e anche note sopraffini della memoria. Come sempre, nel suo lavoro, il sogno di Sula si fa e si disfa lentamente, raccoglie gli oscuri presagi che si decantano leggeri in superficie, linee sottili e umori sfuggenti che addensati assieme nella penombra si rincorrono per dare nuova vita e destino all’emozione. Segno nel sogno, a scandagliare i sortilegi dell’anima e tramutare i nascosti pensieri che l’occhio indifeso e distratto non può mai recepire. Una traccia dopo l’altra di senso, a suggerire geometrie interiori in un procedere verso l’equilibrio e il silenzio, tra l’ordine apparente e l’improvviso momento di caos. Come nel precario volo dell’ignoto Tuffatore di Paestum, che sprofonda in un abisso per poi riemergere dall’acqua a nuova vita, i colori incantati di Napoleone viaggiano nel cosmo, alla ricerca di un tempo sospeso, tra la percezione di un infinito procedere e la ricerca di un assoluto che non ha ancora trovato sicura stabilità e certezza.