“DALLA LETTERA AL VIAGGIO”
Marcello Diotallevi, classe 1942, sul finire degli anni Settanta ha iniziato le sue irruzioni nell’area della Mail Art con contatti sempre più intensi con la Poesia Visiva, utilizzando le lettere dell’alfabeto per accumuli, disseminazioni liberati da qualsiasi senso e significato letterale, e in questi ultimi anni, anche del recupero del colore e dell’uso gioioso della pittura. Artista di voli a cielo aperto di “parole al vento”, di insolite lettere senza destinatario che ritornano al mittente; lettere in cui l’accumulazione grafica di simboli di tipo grafico creano nuove associazioni sempre imprevedibili e nuove, disarticolando il linguaggio e riducendolo a pezzi. Con le “Fiabe al vento” le parole incantate volano allegre nello spazio come dolci fiabe senza tempo. L’intera produzione dell’artista di Fano nasce dall’ibridazione dei linguaggi fino a sconfinare con convincente disinvoltura nella poesia visiva. Di questi ludici interventi provocatori ne è responsabile Marcel Duchamp artista amato da Marcello per la componente estetica e concettuale.
Decisamente rigorosi appaiono i francobolli d’artista e le Lettere da Citera presenti in questa mostra personale che l’artista ha creato durante la sua lunga e intensa attività. L’attenzione verso il francobollo d’artista di piccolo formato nasce nel 1984 con un francobollo “Jeune Peinture”, con fiaba al vento, presentato al Grand Palais di Parigi, e con un foglio di 20 artistamp dal titolo “For the Peace” dedicato al tema della pace che rappresenta una colomba con un elmo da guerra in testa. Successivamente a questa data si susseguiranno altri 22 francobolli fino al 2012, con “Kite Christopher Marchant”, Canada (International Art Post 89), “Mailyx” e “Mail Heart”, del 1990, “The Lie of Sin”, “Ponza Island” e “War in the Gulf” tutti del 1991, “Columbus 500 Years”, del 1992, “Tale to the Wind” e “Metanetworker in spirit”, ideato per il collettivo Fiera di Bologna, del 1994, “Taboo”, “In memory of Ray Johnson”, del 1995, “Erma” del 1996, “Esemplare 2-5” del 1997, le due serie di francobolli “Love Poem in a Landscape” del 1998, “Halloveen” del 1999, “Roma 2000 Amor” e “Iubilaeum”, del 2000, “Chiusura delle case chiuse, 50 anni, 1958-2008” del 2008, e poi, “Poema d'amore in un paesaggio”, “Italia”, del 2011. L’ultimo lavoro esposto è un “Francobollo Celebrativo per i 70 anni di Marcello Diotallevi”, che è stato realizzato appositamente nel 2012 in occasione della mostra Retrospettiva organizzata presso lo Spazio Ophen Virtual Art di Salerno.
Tutti i francobolli trattano temi fantastici, ironici e soprattutto sociali in linea con la poetica pungente e immaginifica dell’artista fanese. Anche le lettere da Citera, opere realizzate su carta (cm 21x30) con tecnica di dattilografia su foto xerografia, rispettano questa attenzione e rigorosa severità alla composizione e al poetico messaggio nascosto e ibridato tra i lineamenti definiti del corpo. Alla base di tutto vi è l’ironia come sistema per evidenziare gli aspetti più particolari, lasciando alla casualità provvisoria la possibilità di destare stupore e meraviglia. Migliaia di caratteri di macchina da scrivere occupano parti di un corpo estrapolato dal loro contesto per definirsi come pura suggestione poetica. Infatti, per ogni opera l’artista parte da un nudo femminile fotografico, ne fa una fotocopia in bianco e nero, poi scrive sulle parti scoperte di una persona un reticolo di lettere a macchina. A tal proposito nel 1996 Marcello Venturoli scriverà: “E quale comunicazione più immediata, più visiva e insieme più scritta, di una pelle che racconta se stessa in una missiva? Dedicate alla donna, nascono per essere lette e magari decifrate. Francobollo, lettera e lettere dell’alfabeto diventano così gesto d’amore e nel contempo veicolo alla ricerca di un ipotetico destinatario. Una sorta di volo poetico dentro la fantasia e l’incanto con la messa a fuoco di presenze che cercano di esercitarsi al viaggio e condividere l’in - definito. Del resto, tutta l’intera ricerca di Diotallevi è improntata da questo suo particolare modo di fare. Lettere dal destino vago relazionano tra gli oscuri anfratti della mente con immaginari francobolli in attesa che qualche possibile destinatario possa decrittare gli oscuri presagi della parola, si aggrappano avidamente all’immaginazione e si lasciano trasportare al flusso delle correnti, coscienti di non poter essere più significato compiuto ma sola presenza e indizio sfuggente.
Sandro Bongiani