Mostra antologica di Raffaele Boemio
“Arie sottili di natura sospesa”
opere 1971 - 2024
A cura di Sandro Bongiani
LA PRESENTAZIONE:
“Arie sottili di natura quasi s/velata”
Salerno, Sandro Bongiani, 8 ottobre 2024
L'arte per Raffaele Boemio è ricerca e ossessione. Un raccontare per arie sottili e per frammenti sottesi di materia lirica recuperati dalla memoria e rinati in uno spazio mentale carico di umori e essenze nascoste. Il percorso artistico e pittorico di Raffaele Boemio comprende un periodo di oltre 53 anni di lavoro sempre teso a ricercare un senso concreto da assegnare alla vita. Un lungo percorso svolto dal 1971 a oggi a partire dal ciclo iniziale “Biographico” e poi, dalle opere digitali di “Afona”, “Quasi svelato” e “Semiosi”, in cui la dimensione ambientale ha sempre avuto nella sua ricerca un ruolo e un potere evocativo. L’attuale ciclo pittorico chiamato “Semiosi” accoglie i precedenti cicli e sintetizza appieno con un linguaggio maturo e coinvolgente tutta la sintesi assorta e visionaria dell’artista campano. Una pittura rinnovata e evanescente che nasce dai meandri oscuri della memoria per condensarsi in modo provvisorio e precario in un tempo sospeso della realtà e della vita.
Al chiasso assordante e caotico di questa distratta società di oggi preferisce il silenzio, l’attesa e la riflessione, lo stesso Raffaele Boemio ci racconta: “Ci sono giorni di silenzio, a volte mesi dove nulla nel mio studio accade, poi qualcosa succede. Questa pittura racconta, emette suoni, si dispone d’un tratto come in un equilibrio perfetto, inatteso, prendendo forma, e, a me svelando o quasi, sogni e visioni e il senso intimo delle cose”. Un linguaggio decisamente visionario carico di umori e di incertezze dove l’apparire diviene presagio di forme appena visibili di natura insolita e primitiva che dal profondo delle ceneri germoglia in totale libertà a nuova vita e in cui transitano esseri anonimi come nelle opere del ciclo biographico del 1998, oppure, forme e presenze misteriose nate dalla memoria e presenti già nelle opere del 2017 fino a oggi, che provvisorie, si evolvono assumendo sembianze alquanto imprevedibili.
Ogni opera nell’essenzialità dell’agire è sempre una nuova improvvisa sorpresa di un mondo oscuro in cui il tempo, l’attesa, la sospensione, l’etereo sono i segni di un esistere invisibile che vive a mezz’aria tra cielo e terra in attesa di una possibile catarsi per poter comprendere meglio il mondo. Non è un caso se in natura un seme di una pianta rimane nascosto per mesi sotto la terra, aspettando che passi l’inverno prima di germogliare. Si direbbe una sorta di stasi, di dormiveglia in attesa di una nuova possibile apparizione.
Per certi versi il suo è un indagare per sospensione tra tangibilità e immaginazione sulla natura dell’esistenza che affiora spesso con la presenza di figure dai tratti oscuri, stabilizzandosi momentaneamente in una visione di un immaginario del tutto inaspettato. Quello che si avverte di certo nel suo lavoro è una tensione tra visibile e invisibile, un’essenza nascosta, inquieta, che sembra emergere da una zona remota e oscura di un tempo insostanziale dove le figure appaiono frammenti di un linguaggio interiore che evocano suggestioni e silenzi lungamente celati.
Le opere in particolare dell’ultimo ciclo “Semiosi” riflettono una dimensione che trascende il visibile, restituendo una visione inedita e in evoluzione del paesaggio che si apre alla rivelazione con una forte energia nascosta. Una natura del tutto inaspettata in cui la germinazione e la riemersione diviene presupposto sfuggente dell’apparire tra terra e cielo di presenze e forme indefinite che nella trascendenza e nella immediatezza del vivere condividono l’attesa e l’incertezza del mondo.
Una realtà decisamente in equilibrio precario, tra sperimentazione e apparizione attraverso delicate variazioni cromatiche, - come afferma Michelangelo Giovinale - in “un crescendo che mostra il saper cogliere “nelle zone del proprio essere” la realtà e la forza intrinseca della forma, delle cose che il suo sguardo penetra, e che, come in un viaggio immaginario sono destinate ad abitare atmosfere di inediti”, di strani rizomi ri/trovati e divenuti paesaggi evocati e portati in superficie tra ascensioni e cadute in un apparire frantumato di nature essenziali, che in questo attuale tempo di confusione e d’incertezza, cercano in qualche modo di dare un segno e un senso concreto alla vita distratta e sfuggevole degli uomini.
(Per questo evento antologico vengono presentati 60 opere scelte di Raffaele Boemio, dal 1971 a oggi cercando di fare una prima sintesi sulla ricerca svolta dall’artista napoletano).